“Quattro anni sono passati da quando ho perso mio marito e per me è stato difficile all’inizio accettare questa perdita improvvisa. Tuttavia l’appoggio che abbiamo ricevuto da più parti ci ha dato speranza e ci ha aiutati a far ripartire le nostre vite. Non insisto perché i marò vengano processati e puniti.Non sono contraria alla loro liberazione. Così Dora, moglie di uno dei due pescatori indiani della cui morte sono accusati i due fucilieri della Marina, circa la notizia del ritorno in Italia di Girone in attesa dellarbitrato della suprema corte. “Non sono contraria alla liberazione” dei due Marò, ha detto la vedova. Il ’Times of India’ scrive che la donna è grata al governo italiano per l’aiuto che le è stato dato, che ha aiutato la sua famiglia a vivere (alle famiglie dei due pescatori uccisi l’Italia accordò un risarcimento di circa 290mila euro nell’aprile del 2012, due mesi dopo l’incidente, ndr) . “Sono riconoscente per l’aiuto fornito dagli italiani, che mi ha permesso di pagare gli studi dei miei figli Derrick e Dean. Il governo dello stato mi ha anche aiutata con un lavoro nel settore del dipartimento della pesca a Kollam”. Dora sottolinea con piacere le visite da parte di funzionari italiani “durante il periodo di Natale dopo l’incidente” e le telefonate a Padre Rajesh Martin, il prete che li ha aiutati durante la crisi per avere notizie. A la donna ora sta a cuore la promessa fattagli dai funzionari italiani: aiutare il figlio più grande con un lavoro una volta completati i suoi studi.
M.